7 giugno – IL CORPO DELLA LOTTA
IL CORPO DELLA LOTTA
Performance site-specific dello spettacolo teatrale L’ESTASI DELLA LOTTA
progetto di CARLOTTA VISCOVO
Con CARLOTTA VISCOVO ed ETTORE GRECO
drammaturgia ANGELA DEMATTE’
supervisione dei movimenti ALESSANDRA CRISTIANI
dramaturg ALICE SINIGAGLIA
musiche e progetto sonoro MARCO MANTOVANI
supervisione ai costumi MARGHERITA BALDONI
una co-produzione TrentoSpettacoli | Elsinor Centro di Produzione Teatrale | LAC Lugano Arte Cultura
con il sostegno di Qui e Ora Residenza Teatrale
Campsirago Residenza_Festival Il Giardino delle Esperidi
“L’artista Camille Claudel abita in me dal 2004, da quando ho visto le sue opere a Parigi. Da quel momento ho desiderato raccontarla, per toglierle il suo ruolo di vittima paranoica e di amante abbandonata. Volevo rendere onore alla sua opera. Colpita dalla forza delle sue sculture sentivo l’esigenza di indagarne la forma attraverso il mio corpo, per coglierne profondamente la pulsione e la potenza.
Nel 2011 ho conosciuto a Padova lo scultore Ettore Greco, grande esperto dell’opera e delle vite di Rodin e Claudel, e il desiderio di raccontare Camille è tornato prepotente.
Nello svolgersi del mio percorso artistico, accompagnato da un impegno sindacale attivo fuori dalla scena, per le rivendicazioni dei diritti degli artisti, oggi credo di capire che ciò che voglio veramente dire e difendere non può che arrivare dal profondo silenzio, dal corpo. Ma la lotta è pur necessaria. La fragilità dell’artista va protetta e difesa. Il caos che le contraddizioni dell’umano provocano nell’ordine della società può essere assunto con amorevolezza e senza panico solo attraverso l’arte.” Carlotta Viscovo

Il legame tra movimento corporeo e scultura, tra vita e arte, è centrale nel lavoro e nel rapporto tra Camille Claudel e il suo maestro Auguste Rodin. La scultura è mestiere da imparare e libertà creativa da mettere in atto, un’arte che richiede lavoro pratico e fisico, faticoso.
Il carattere effimero della performance cerca innanzitutto di restituire ciò che la Claudel cercava nella scultura e cioè la sfida di rendere il movimento nella fissità della pietra.
Come sublimare il problema della morte nella finitezza della scultura, dandole il movimento in un perpetuo respiro…
C’è, inoltre, un altro elemento importante che guida il nostro studio.
Camille Claudel si concede come modella e amante ad Auguste Rodin, ma vuole anche essere riconosciuta, dopo essere stata sua allieva, come sua collega. Vuole essere creatura desiderata a creatrice desiderante. Nutrire e nutrirsi. Ma anche forse competere e superare. Tra l’artista e la modella si crea una tensione erotica, a tratti conflittuale, che trova la sua risoluzione nell’opera che ne nasce.
Ne IL CORPO DELLA LOTTA, in uno spazio diverso con cui fare i conti ogni volta – da un luogo all’aperto in mezzo alla Natura a una sala museale, da uno spazio urbano all’interno di una chiesa – il corpo della perfomer si fa scultura e dialoga con la scultura di Claudel, si pone in scena come opera d’arte e artista, mentre lo scultore disegna o modella la creta ispirato da ciò che accade.
Dietro e insieme a questo, la performer indaga, anche attraverso la parola, qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio.
L’artista deve trovare sempre un compromesso tra idea e materia, tra desiderio e sistema del mondo in cui lavora. È un compromesso sempre drammatico, che la Claudel ha vissuto, a un certo punto, come impossibile da gestire.
Indaghiamo il suo dramma per indagare il nostro.
Indaghiamo perché la stessa statua è guardata e rinominata più volte da Camille. Il filtro del linguaggio – il titolo dell’opera – sposta continuamente la Verità.
Ne trova una più profonda o si allontana da essa? O la sua mente ne crea una parallela, rendendola folle per chi non la può comprendere?
Camille si ritira nel silenzio per abbandonare la logica del linguaggio verbale.
C’è un elevarsi e uno sprofondare.
La parola come strumento di lotta non basta, occorre tornare al corpo, farlo vibrare nella sua potenza.
L’errore di Carlotta Viscovo è stato forse separare la protesta dal palcoscenico, occorre invece mettere in Arte la protesta, incarnandola.
“Sarete puniti per la vostra apatia.” (da Corrispondenza, di Camille Claudel)
“Abbiate pazienza! Non confidate nell’ispirazione. Non esiste. Esiste una bassa esattezza: ed è quella della fotografia e del calco. L’arte comincia solo con la verità interiore.”
“I soggetti più belli si trovano davanti a voi: sono quelli che meglio conoscete.” (da Testamento, di Auguste Rodin)